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Un villaggio operaio a Iglesias

 

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(prefazione di Vito Latis)

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Tra le realizzazioni napoletane e il progetto degli architetti Sottsass vi è una differenza di impostazione. I napoletani hanno scelto la strada rigida della concezione razionale della casa popolare, i due torinesi hanno tentato di umanizzarla. Alla rigida mentalità geometrica hanno sostituito qualche altra cosa, il desiderio di diferenziare, di dare al tipo una qualificazione individuale. Ma sono veramente riusciti in profondità? Per rispondere a questa domanda, bisognerebbe premettere la storia del problema, dagli inizi della moderna edilizia popolare fino fino ai trionfi del razionalismo tedesco e alla susseguente crisi. Questa storia è facilmente tratteggiabile in sede generale di storia dell'architettura moderna, difficilmente riconoscibile nel campo dell'edilizia popolare. Qui infatti il tipo, l'unità geometrica che poi si ripete ad oltranza, rimane. La concezione volumetrica domina incontrastata, e quell'istanza spaziale, che è propria del periodoarchitettonico che segue il razionalismo, non trova applicazione. L'esigenza dell'umanizzazione di queste case popolari è certamente sentita, ma è risolta nell'ambito stesso del mondo figurativo razionalista, nel movimento dei volumi, nell'uso di vari materiali naturali, ecc. Tutto questo è significativo, meglio indicativo. Non è risolutivo nè in termini sociali, nè in termini artistici.

Il movimento dell'umanizzazione dell'architettura moderna, o dell'architettura organica, o del secondo razionalismo caratterizzato da una preoccupazione psicologica, o del Nuovo Empirismo (o come volete chiamarlo) non è ancora riuscito a dare una sua impronta al tema della casa popolare.

Tutti i tentativi che si sono fatti nel mondo - e comprendiamo Gropius, Neutra, Aalto - mostrano la chiara coscienza di un bisogno rinnovatore, ma non hanno dato nessuna soluzione convincente a pieno. Questo è vero anche per le migliori soluzioni del Piano Fanfani che si sono viste fino ad ora.

Un dato però è chiaro: se l'esigenza organica non ha ancora trovato il suo punto di applicazione nella casa popolare, dovrebbe averlo trovato nell'urbanistica dei quartieri popolari. Qui i tentativi di Aalto in Finlandia e di Gropius in America hanno già additato agli architetti moderni la necessità di una integrale revisione del problema delle lottizzazioni. Si continua invece nel rettangolarismo, in una via cioè semplicistica e insoddisfacente. Comporre i rettangoli, spostarli uno rispetto all'altro, superare la rigida schematica distribuzione viaria è sintomo di una esigenza. Ma il problema rimane aperto.

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Il villaggio illustrato sarà costruito per il Comune di Iglesias; comprende casette su uno o due piani per ospitare una popolazione di circa 1.400 abitanti.

Va riconosciuto il merito del Sindaco di Iglesias che ha scelto la strada di poco comune di affidare l'incarico a dei professionisti.

Il terreno a disposizione del Comune è situato in una zona salubre leggermente sopraelevata sulla pianura. Comprende un'area di mq. 9.000 leggermente ondulata. Sull'area esistono già i fabbricati massicci ed empiricamente disposti di una ex caserma di artiglieria, fabbricati che il Comune stesso ha già sistemato ad abitazioni per famiglie di operai.

Successivamente il Comune ha costruito 5 case ad un piano a nord-est dei suddetti fabbricati raggiungendo in tal modo la capacità di 76 alloggi per 330 abitanti.

Questo stato di cose ha reso più complicato il problema della sistemazione urbanistica per la necessità di integrare gli edifici esistenti in un piano complessivo funzionale del nuovo villaggio operaio. Tuttavia la configurazione del terreno con i suoi dislivelli ed il perimetro alquanto irregolare ha dato occasione di sviluppare il piano con soluzioni naturali evitando la rigida uniformità geometrica propria di molte progettazioni.

Prima preoccupazione è stata quella di tracciare un sistema di strade che permettano di porre alla periferia del villaggio la circolazione delle automobili lasciando nell'interno soltanto quella pedonale ed a trazione animale (strade a una carreggiata di mt. 2.30 di larghezza). Questo fu ottenuto correggendo ed allargando la strada già esistente che, provenendo dalla città e passando davanti all'ingresso dello Stadio, costeggia il terreno a sud (strada di Valverde) e progettandone una nuova che, proveniente dalla città (piazza Quintino Sella) lo costeggia a nord ricongiungendosi poi a quella esistente a sud con una trasversale che forma anche il limite del villaggio.

Dalle due strade carrozzabili, che potremo chiamare tangenziali, si irradia la rete di vie pedonali fra le quali una di maggiore larghezza ed alberatura attraversa il centro secondo la corrente di maggiore circolazione. Quest'ultima, sboccando nel perimetro degli edifici collettivi, costituisce anche una passeggiata per la popolazione.

Gli edifici di interesse pubblico, come appare dalla planimetria generale, sono sistemati nel baricentro dell'area e comprendono, oltre ad alcuni negozi, trattoria e bar, l'asilo, la scuola elementare ed un cinematografo. Questo gruppo di edifici è collegato, mediante un ponte sopra la strada carrozzabile, con la chiesa romanica esistente a sud-est del villaggio.

L'unico edificio pubblico decentrato è quello della piscina che si è pensato di sistemare in prossimità dello Stadio ottenendo anche una maggiore vicinanza alla città.

Non sono previste vere e proprie superfici verdi a prato poichè il clima della Sardegna e la natura argillosa e rocciosa del terreno nonché l'alto costo di manutenzione escludono un buon risultato.

In primavera, estate ed autunno, il villaggio dovrà apparire come immerso in una zona verde dove ogni percorso è accompagnato da superfici ombrose. Questo in considerazione anche delle alte temperature estive e del fatto che le famiglie operaie non hanno la possibilità di evacuare durante i mesi estivi. L'orientamento delle strade è prevalentemente basato sulle diretrici ovest, nord-ovest e est-nord-est. Le schiere delle case per la massima parte sono poste verticalmente alle predette direzioni per cui, pur godendo di un buon soleggiamento, resta evitato quello direttamente da sud. Nei pochi casi dove questo orientamento non è stato attuato, le case si presentano verso sud-sud-est con fronti strette senza aperture e ombreggiate da alberi posti a poca distanza dalla casa.

Gli edifici di abitazione appartengono a cinque diversi tipi e comprendono alloggi per 2, 4 e 6 letti in case da uno o due piani. Gli alloggi di sei letti si trovano esclusivamente in case ad un piano mentre quelli di quattro si trovano divisi fra case ad uno e due piani e quelli da due letti sono tutti in edifici a due piani pur essendo di due differenti modelli; il numero totale degli alloggi ammonta a 344.

In percentuale predominano gli alloggi per due letti e quelli per quattro letti. Appena il 7,2% viene agli alloggi maggiori.

La cubatura totale raggiunge metri cubi 70.220 e quella media per persona è di metri cubi 66.

Il numero degli abitanti è complessivamente di 1.402 di cui 330 nei fabbricati oggi esistenti; la densità fondiaria è di 160 abitanti per ettaro. Le esigenze climatiche e le tradizionali abitudini di vita, riflesse anche in molti edifici della zona, hanno condotto alla ricerca di volumi e superfici d'ombra, di cortili e terrazzini per la vita all'aperto e di aperture relativamente piccole.

Malgrado la forzata uniformità dei tipi di case si è anche voluto evitare la monotonia nella prospettiva con la ricerca di di articolazioni strutturali e con il rompere ogni prolungata linearità dando rilievo agli ingressi ed ai balconi, dando forme diverse ai tetti, ai cortili, ecc. pur sempre entro i limiti di una unità concettuale sufficientemente costante. Malgrado i suoi vantaggi teorici si è assolutamente scartato il sistema dell'orto individuale che, purtroppo, essendo in molti casi trascurato ed abbandonato, divena un deposito di rifiuti familiari.

È invece previsto un vasto orto collettivo centrale, di comodo accesso, diviso in piccoli appezzamenti che verrebbero regolarmente ed annualmente affittati a prezzo modico a quelle famiglie desiderose di dedicarsi effettivamente alla loro coltura, permettendo con l'intrito ricavato la gestione di alcuni servizi comuni quali le pompe per innaffiamento, il deposito per attrezzi ecc.

Nella maggioranza degli alloggi a pianterreno esiste un cortiletto o patio sul quale immettono i diversi ambienti familiari. Questo costituisce una sala all'aria aperta che in molti casi e per lunghi periodi dell'anno potrà dimostrarsi preziosa. Una possibilità di sfogo verso l'esterno viene anche offerta, sebbene in misura assai minore, agli alloggi del primo piano mediante terrazzi e logge.

Il materiale base per le ossature del fabbricato è costituito da blocchi di pomicemento forati di cm. 25x30x50 per i muri portanti e cm. 8x25x50 per i tramezzi.

La resistenza di questo materiale è tale da permettere agevolmente costruzioni a due piani senza speciale ossatura, limitandosi semplicemente ad opportuni rinforzi con pilastrini in cemento armato ottenuti mediante il riempimento dei fori dei blocchi posti in sovrapposizione ed a corduli in calcestruzzo gettati all'appoggio dei solai. La vicinanza dei luoghi di produzione del granulato di pomice, Lipari, contribuendo a contenere il costo dei manufatti entro limiti economicamente convenienti, e le doti intrinseche della pomice, conosciuta in particolare per il suo potere di isolante (coibenza tre volte superiore a quella del comune mattone) e la sua leggerezza, rendono la scelta stessa particolarmente adeguata.

Per le stesse ragioni la costruzione dei solai viene anche effettuata interamente in materiali di pomice, quanto per il solaio portante del tetto sotto il quale un soffitto di travelle di pomice formerà intercapedine con fuzione termicamente isolante.

Per le planimetrie delle case è stato adottato un reticolato di mm. 201 corrispondente alla dimensione delle piastrelle in cemento dei pavimenti in opera, evitando ogni spreco nella pavimentazione che sarà uniformemente adottata per tutti gli ambienti.

I serramenti appartengono tutti a tipi derivati dalle dimensioni base cm. 60x70 ed i tipi non sono più di 8. È generalizzato l'uso delle persiane a tavolette fisse sia per la necessità di creare ombra quanto per assicurare migliori chiusure esterne.

Le scale di un unico tipo standardizzato per tute le case sono costruite in lastre di cemento di graniglia e parapetto portante prefabbricato.

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                                                                                                                                                             Ettore Sottsass sr. e jr.

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Estratto da: Metron 33-34 architettura urbanistica

L'AIRONE per l'arte tipografica - Roma - 1950

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Relazione degli architetti Ettore Sottsass sr. e Ettore Sottsass jr.

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